Una penna per la leadership


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Forse non molti sanno che nel suo saggio del 1946 Politics and the English Language, George Orwell ha messo giù cinque regole da tenere sempre a mente per scrivere testi che le persone abbiano voglia di leggere.

Scrivere bene è un’arte. Ed è chiaro che non tutti nascano con una “bella penna”. Ma saper scrivere resta una delle competenze fondamentali che occorre apprendere e affinare per comunicare in maniera efficace. In particolare oggi, che la nostra comunicazione passa in maniera imprescindibile dal digitale, scrivere è una vera e propria capacità di leadership.

 

Quanto conta saper raccontare bene una storia?

Quanto è importante coinvolgere scrivendo una buona email, e quanto facilmente possiamo rovinare un rapporto quando, rispondendo in maniera impulsiva, non prestiamo attenzione alla “storia” che stiamo raccontando a chi ci leggerà?

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Chi scrive lo fa per essere letto da qualcuno, eppure a volte sembriamo dimenticarlo. Cosi ci focalizziamo solo su quello che noi crediamo sia importante, senza tenere a mente che le nostre parole scritte hanno un impatto. Possono far gioire o fare arrabbiare, annoiare terribilmente oppure fare muovere gli altri.

 

Il lavoro di David Baker

Recentemente, abbiamo lavorato con un team di ricercatori, persone che per la natura stessa del loro lavoro hanno tantissimi contenuti ma che usando termini tecnici e una struttura del testo troppo articolata possono finire per di diventare poco comprensibili ai loro lettori.

Cosi il nostro David Baker, ex managing editor di Wired Uk, docente alla School of Life e con una lunga esperienza al Financial Time, ha ripreso le cinque regole di Orwell per allenare il team a scrivere dei testi in grado di catturare davvero l’attenzione e fare venire la voglia ai lettori di arrivare fino alla fine dell’articolo (cosa non troppo scontata quando i contenuti sono complessi e troppo tecnici).

 

Ecco le cinque regole, qui per voi:

  1. Mai usare una metafora, una similitudine o altre figure retoriche già viste. Quindi, via libera alla creatività!
  2. Mai usare una parola lunga al posto di una breve; a volte la semplicità è l’arma vincente.
  3. Se è possibile eliminare una parola, è sempre meglio farlo. Inutili giri di parole non fanno che appesantire la lettura.
  4. Mai usare la forma passiva quando si può usare al suo posto la forma attiva. In italiano, come in inglese, la forma attiva facilita la comprensione degli elementi della frase.
  5. Mai usare espressioni straniere, parole scientifiche o tecnicismi se si può pensare a una parola di uso quotidiano equivalente. Quindi attenzione all’abuso di inglesismi vuoti che hanno un corrispettivo in italiano.

Leggile attentamente e chiediti: come scriverò la mia prossima mail? La tua leadership si gioca anche lì.


Scritto da

David Baker

Ha lavorato per il Financial Times, è stato managing editor della rivista Wired in UK, edita The Wired World, la previsione annuale di Wired sul futuro, ed è un presentatore alla BBC Radio 4 e al World Service. David è specializzato nell’uso di un linguaggio semplice per portare argomenti complessi a un nuovo pubblico ed è particolarmente interessato al futuro del lavoro e all’effetto della tecnologia sugli esseri umani.

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